Artisti commerciali. Chi sono e cosa fanno?

Agli artisti commerciali svolgono una professione precisa nel campo delle arti figurative del terzo millennio

Nella Patria dell’Arte, cioè dell’arte che si manifesta attraverso le discipline pittoriche o scultoree, dire artisti commerciali suona molto male anche grazie ad una certa fatica ad abbinare in una stessa frase “lo spirito artistico” al “denaro”.

Ma è sempre stato così?

Sembra proprio, guardando ai veri grandi artisti, che la risposta sia no! Prendiamo ad esempio solo un paio di nomi: Raffaello Sanzio e Giambattista Tiepolo. Non erano artisti “pazzi”,  “drogati” o come diremmo oggi “border line”; squilibrati incompresi ai margini della società. Al contrario! Erano “imprenditori” organizzati in grandi botteghe, con moltissimi lavoranti ognuno con propri compiti: chi addetto alla produzione dei colori, i cartonisti, etc organizzati come oggi sarebbe organizzata un’azienda. Il parallelismo è lo stesso con le dovute differenze. Oppure artisti come Michelangelo che invece possiamo definire “liberi professionisti” ma erano pur sempre al servizio di una committenza che, con i canoni delle varie epoche, aveva esigenze di promuovere un messaggio e il proprio “brand”.

La Scuola di Atene è un affresco (770×500 cm circa) di Raffaello Sanzio, databile al 1509-1511 ed è situato nella Stanza della Segnatura, una delle quattro “Stanze Vaticane”,

 

Giambattista Tiepolo. L’Olimpo e i 4 continenti, affresco della volta dello scalone del Residenz di Würzburg, 1751-1753

 

 

Raffaello Sanzio, Giambattista Tiepolo e Michelangelo hanno realizzato chilometri e chilometri e chilometri solo di affreschi senza contare quadri, disegni e sculture vendendo le loro opere e immortalando nella storia i loro committenti.

Allora i computer non c’erano e non c’era la stessa velocità con cui si viaggia adesso sia nella vita reale che in internet. Mi chiedo sempre cosa sarebbero stati capaci di fare in questa epoca!!!!

Cosa significa essere artisti commerciali?

Gli artisti commerciali hanno la capacità di organizzare le competenze delle Belle Arti, applicandole alle esigenze moderne come l’impaginazione e la divulgazione del messaggio sui media moderni. Lavorano in pubblicità, nella comunicazione grafica, nel marketing, nel digital marketing, nel visual storytelling o in settori affini.

È una professionalità di alto livello che produce e realizza narrazioni e messaggi, digitali o cartacei, per promuovere o commercializzare prodotti, beni e servizi e per spiegare, raccontare, informare usando la creatività sostenuta dalle competenze artistiche.

L’artista commerciale è un professionista al servizio della distribuzione di massa che conosce in modo profondo e appassionato i principi artistici, come:

  • la teoria del colore;
  • gli equilibri della composizione;
  • il disegno a mano libera;
  • la pittura;
  • la progettazione grafica;
  • la persuasione;
  • l’illustrazione;
  • la fotografia;
  • i video;
  • la conoscenza dei software professionali di editing come Photoshop, Illustrator, Indesign o simili.

Inoltre deve conoscere i principi della pubblicità.

Tutte queste competenze sono usate per creare immagini e messaggi moderni in grado di attrarre e coinvolgere le persone attraverso un’esperienza unica e irripetibile. Pensa e realizza il messaggio migliore, più forte, più attrattivo e creativo che coinvolga lo spettatore.

È solo attraverso la conoscenza approfondita, teorica e manuale, di queste competenze artistiche che la comunicazione grafica moderna può elevarsi ad arte commerciale. Certo non basta la solo conoscenza del software!!

La comunicazione è vitale per ogni tipo di messaggio, culturale o commerciale, politico o sociale che si vuole trasmettere.

Cosa producono?

L’arte commerciale crea l’identità completa del brand applicando i principi artistici ad una varietà di campi. Ad esempio:

  • progettazione grafica di:
  • loghi, manifesti, brochure, immagini coordinate…;
  • confezionamento del prodotto (packaging);
  • prodotti per l’editoria:
  • illustrazioni, libri, riviste, cataloghi, giornali, romanzi, fumetti…;
  • pubblicità e immagini digitali per Internet;
  • commercial.

L’artista commerciale nasce dalle costole dell’artista tradizionale (pittore)

E resta un professionista dell’immagine. È colui che rende sublime un comune messaggio dotandolo di appeal ricercato e studiato.

La produzione di materiale pubblicatario, cartacea prima e digitale poi, ha avuto un’evoluzione che parte dagli artisti di fine Ottocento. Infatti i primi manifesti pubblicitari nel senso moderno sono stati creati  dopo l’introduzione del colore nella litografia. Un semplice strumento o una tecnica nella mani di un artista creativo si trasforma in una nuova forma di comunicazione visiva adatta ai tempi. I primi manifesti riprendono la tradizione della pittura, contestualizzano il prodotto e le figure, rendendo il messaggio incisivo, a volte ironico a volte fantasioso, e associano al prodotto caratteristiche e aggettivi positivi e distintivi.  All’inizio del ventesimo secolo si afferma in Italia una nuova forma di rappresentazione artistica: la pubblicità, la forma d’arte più importante di tutto il Novecento. Manifesti carichi di seduzione, come deve essere la pubblicità, che hanno contribuito all’affermazione di tutti i principali marchi nazionali del ventesimo secolo e ancora oggi conservano la loro carica dirompente sull’immaginario popolare grazie a queste immagini. Le regole di  marketing e le analisi di mercato non esistavano ancora ma la creatività degli artisti ha saputo produrre pubblicità efficaci.

In Italia dagli anni Sessanta in poi la figura dell’artista ha perso valore soprattutto di “produttore di opere” anche pittoriche e si è interrotto, di conseguenza, il percorso di riconoscimento della figura professionale dell’artista commerciale, inteso come colui che dal linguaggio dell’arte crea un messaggio grafico dedicato alla commercializzazione dei prodotti. Entra in gioco anche la televisione che introduce ancora un’altra forma di comunicazione.

In Italia continua ad essere impensabile mettere nella stessa frase arte e commercio. Un retaggio culturale da superare: in fondo è un binomio già reso NOBILE dalla Bauhaus.

Manifesti pubblicitari di inizio secolo. “Capri. L’isola del sole”. Ente provinciale per il Turismo. Napoli 1952 – “Atlante Pirelli. Il gigante che farà molta strada”. Armando Testa. Pirelli. Milano 1954 – “Le nouveau. Lambretta”. Innocenti. Milano 1955